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MOBY DICK (cap:XCI-XCIV)

 


Dove si parla di grasso, interiora e dita mozzate

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MOBY DICK
cap:XCI-XCIV

XCI • IL PEQUOD INCONTRA IL BOCCIUOLO DI ROSA

 Sulle tavole di prua, in grandi lettere dorate, lesse «Bouton de Rose»: Bottone o Bocciuolo di Rosa, e questo era il nome romantico di quell'aromatica nave.
Quel bouton nella scritta era arabo per Stubb. Ma la parola rose, e quella polena bulbacea, bastarono a chiarirgli il tutto.
«Un bocciuolo di rosa, eh?» gridò con le dita al naso. «Ottima idea. Ma per la miseria, fa una puzza!»

«Be' allora, mio bottoncino di rosa, avete visto la balena bianca?»

Bella giornata, no? Aria di campagna, direi; perché non ci buttate qualche mazzolino di campo, eh, bocciuolo di rosa?»
«Ma che diavolone volete?» sbraitò quello di Guernsey, infuriandosi di colpo.
«Non vi riscaldate, eh! State freddo. Sicuro, freddo è la parola. Dovreste metterle in ghiaccio quelle balene mentre ci lavorate. Ma scherzi a parte, ora. Lo sapete, bottone di rosa, che è una vera pazzia cercare olio in quelle bestie? Quella secca lì, poi, non ce n'ha un oncia in tutta la carcassa.»
«Lo so benissimo. Ma il capitano non ci vuole credere, capite? È al primo viaggio. E prima faceva il fabbricante a Cologne. Ma venite su, che forse crederà a voi se non crede a me. Così esco da questa rogna.

. «Puoi anche cominciare a dirgli che mi pare piuttosto bambolone, ma non pretendo di giudicare.»
«Dice, Monsieur,» tradusse l'interprete voltandosi al capitano, «che proprio ieri la sua nave ha incontrato un legno su cui il capitano, il primo ufficiale e sei dell'equipaggio erano morti di una febbre contratta da una balena impestata che si erano rimorchiata al fianco.»
Il capitano trasalì, e chiese ansiosamente altre notizie.
«Che altro?» disse il primo ufficiale a Stubb.
«Be', visto che incassa così bene, digli che ora che l'ho guardato meglio, sono sicuro che una scimmia di Sant'Jago comanderebbe una baleniera meglio di lui. Anzi, digli da parte mia che è un babbuino.»
«Egli afferma e giura, Monsieur, che la seconda balena, quella secca, è molto più micidiale di quella impestata; e insomma, Monsieur, ci scongiura, se teniamo alla vita, di mollare via quelle bestie.»
Immediatamente il capitano corse a prua e ad alta voce ordinò all'equipaggio di interrompere il montaggio dei paranchi di squartamento, e di sciogliere subito i cavi e le catene che trattenevano le balene alla nave.
«E ora?» disse quello di Guernsey quando il capitano si riavvicinò.
«Ma, vediamo. Sicuro, ora gli puoi anche dire che... che... Ma sì, digli che l'ho fregato e (tra sé e sé) non solo lui.»
«Dice, Monsieur, che è felicissimo di esserci stato in qualche modo di utilità.»
A sentir questo il capitano giurò che erano loro (lui e l'ufficiale) a essergli grati, e concluse invitando Stubb in cabina a bere una bottiglia di Bordeaux.
«Vi invita a bere un bicchiere di vino assieme,» disse l'interprete.
«Ringrazialo di cuore, ma digli che è contro i miei principî bere con la persona che ho truffato. Digli anzi che debbo andare
«Dice, Monsieur, che i suoi principî non gli permettono di bere. Ma che, se Monsieur desidera vivere fino a domani per farcisi una bevuta, farebbe meglio a calare tutte e quattro le lance e staccare la nave da quelle balene, perché è tanta la bonaccia che non andranno alla deriva.»

avendo con sé un lungo cavo di tonneggio voleva fare il possibile per dare una mano, tirando via dalla fiancata la balena più piccola.

Stubb cominciava a mostrare in faccia la delusione, soprattutto perché l'orrendo puzzo aumentava, quando all'improvviso proprio dal cuore di quella peste venne fuori una lieve zaffata di profumo, che passò attraverso il flusso degli odori cattivi senza esserne assorbita.

E questa, amici miei, è l'ambra grigia, che vale una ghinea d'oro all'oncia in qualunque farmacia.


XCIV • UNA STRETTA DI MANO

Budino dì frutta è il nome che si dà a certe parti frammentarie della carne della balena, Sono prugne di rubino incastonate nel giallo limone. Contro ogni buonsenso, è difficile tenersi dal mangiarne. Confesso che una volta mi nascosi dietro il trinchetto per assaggiarlo. Aveva un po' il sapore che potrei immaginare in una costoletta regale presa dalla coscia di Luigi il Grasso, supponendo che egli fosse stato ucciso il primo giorno dopo la stagione di caccia, e che quella particolare stagione di caccia avesse coinciso con una vendemmia insolitamente abbondante dei vigneti dello Champagne.

Ma per conoscere tutto di questi argomenti reconditi, la cosa migliore è scendere senz'altro nella camera del grasso.
Quando arriva il momento giusto per squartarne il contenuto, questo locale è una scena di terrore per tutti i novellini, specialmente di notte.

Intanto l'uomo con la vanga sale sullo stesso foglio, e lo taglia perpendicolarmente in pezzi da cavallo portatili. Questa vanga è tagliente, i piedi dell'uomo sono scalzi, e l'oggetto su cui si regge qualche volta gli sguscia di sotto come una slitta. Se quindi egli si taglia un dito del piede, o lo taglia a un aiutante, c'è proprio da sbalordirsene? Le dita dei piedi scarseggiano tra i veterani della camera del grasso.

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