Intervista a Stetocefalo e Chiara Fucà
Tra illustrazioni e precarietà
Iniziamo con le presentazioni per chi non vi conoscesse.
C: Lui è Stefano, ha 25 anni. Abita in un paesello vicino Torino. Ossessionato dagli animali e dagli insetti. Disegna bestie da far invidia a Madre Natura. Il suo unico modo di possederli è disegnarli.
S: Lei è Chiara, ha 24 anni. Vive circondata da tessuti, tavoletta grafica, ago, filo, acrilici, alberi e un coniglio di nome Cotone. Anche senza parole le sue illustrazioni sono cariche di poesia pronte a trasportarti in dolci sogni.
Prima vera domanda: da dove prendete ispirazione per le vostre illustrazioni? Come nascono nella vostra mente?
C: Banalmente, da quello che mi circonda, da quello che c’è fuori dalla mia finestra, dalle persone che incontro, da quello che mi capita o che vorrei che capitasse.
S: Dalle immagini e situazioni che segnano alcune delle mie giornate.
Fare di questo un lavoro è sicuramente molto difficile, quali sono le problematiche che incontrate più spesso?
C: Fino a quando non hai un nome e ti commissionano un’illustrazione per nonsoqualemarcadidetersivi alla fine tu sei semplicemente uno che esegue ordini, è difficile trovare qualcuno che ti dia carta bianca nonostante sia stato lui a contattarti dopo aver visto i tuoi lavori. Un altro problema è il valore del tuo lavoro, molti non lo capiscono e soprattutto non sono disposti a pagarti…sei un’artista emergente? Beh, allora qualche pacca sulla spalla e promesse di visibilità…quindi scordiamoci all’inizio di vivere solo di illustrazione. Ma se ci credi lo fai, perseveri, disegni, ti proponi, fai, disfi e tutto sommato sei felice anche così.
S: Riuscire a far accettare il tuo mondo immaginario al pubblico che ti sta attorno.
Parlateci della collaborazione con Stereotellers per Naked Soul.
C: Con Luigi, cantate degli Stereotellers, siamo amici e colleghi da un paio d’anni. Una sera mi chiama: “Ciao Chica, vorrei che tu e Gioda faceste il nuovo video degli Stereotellers” “Sarebbe figo ma non credo che noi lo sappiamo fare.” “Si che lo sapete fare.” E qualche giorno dopo abbiamo iniziato.
Come si lavora in coppia, c’è una divisione di compiti o si sviluppa tutto assieme?
C: In realtà la suddivisione dei compiti per noi è una cosa che avviene abbastanza naturalmente a secondo del lavoro e delle nostre capacità ma nessuno si chiude mai nel suo “ruolo” se no non sarebbe divertente…
Ultima classica domanda di rito: progetti per il futuro?
C: Abbiamo una lista lunghissima di cose da fare o che vorremmo fare. Abbiamo un libro in uscita e stiamo lavorando, con altri ragazzi, alla versione digitale. Un altro video musicale per una nostra amica americana. Qualche muro da disegnare. E poi sì, io voglio trasferirmi in Svezia.
S: Prima di tutto un sito personale come si deve per poi cercare di riuscire a vivere con la propria passione. Mi piacerebbe abbandonare questo stressante mondo tecnologico per allevare mosche giganti che un giorno, speriamo, invaderanno la terra.
IL VIDEO:
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