Il Fauno
Recensione dell'ultimo album de Le Capre a Sonagli
Le Capre a Sonagli debuttarono nel 2012 con “SAdiCAPRA”, rappresentando una delle uscite più interessanti e sorprendenti degli ultimi lustri. “Il Fauno” si è fatto attendere tre anni, anni nei quali si sono avvicendati tanti punti interrogativi relativi all’indirizzo che avrebbe preso il quartetto bergamasco, quando si avvistavano rischi, sempre presenti per una band al secondo album, di scadere nell’autoreferenzialità visto il sound già molto peculiare proposto.
Le Capre, con quest’ultimo lavoro, pensano bene di scardinare qualsiasi concetto attorno a quello che una band dovrebbe o non dovrebbe fare per accedere ad un pubblico più vasto, a partire dalla struttura dell’album che è stato organizzato in quattro suite di barocca memoria.
Si canta dell’immaginario Joe Koala e delle sue avventure con demonietti, serpenti ed anatre di dubbia natura, traducono in musica una sorta di folk blues distorto che ha origine in nessun luogo ma che pure richiama immaginari che Edward Gorey nell’illustrazione, e Patrick McHale nell’animazione, hanno reso quasi tangibili, come un’onirica nostalgia.
Non si prestano a rispettare la forma canzone così come siamo abituati ad ascoltare anche nel rock più indipendente, ogni pezzo dura quanto deve, così come ogni personaggio di questa sorta di teatro della crudeltà nasce e muore ogni qual volta che entra ed esce di scena.
Il risultato è un LP di quattordici tracce amalgamate da una sostanza tanto surreale quanto concreta, un essere tanto capra quanto uomo, un Fauno.