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Quello Che Non Ti Ho Detto


Girasud-Film presenta:

Il 14 Dicembre è stata la prima ufficiale al Teatro Schipa di Gallipoli del cortometraggio Quello Che Non Ti Ho Detto, Regia di Francesco Corchia su sceneggiatura di Salvatore Negro. Noi c'eravamo.


PRESUPPOSTI
Dovete considerare che Francesco Corchia è un ragazzo di 26 anni con la passione per la regia il cui sogno era di vedere un suo lavoro sul grande schermo, quindi non è cosa da poco esserci riusciti al terzo lavoro (dopo Anodyne e Tutto Per Una Storia).

Rispetto ai lavori precedenti lo staff è cambiato, Salvatore Negro, ha provveduto alla scrittura della storia e al reclutamento degli attori, modellando l'approccio teatrale delle proprie esperienze con la Bicocca.

LA STORIA
Si apre con con la dedica a Ian Curtis e si viene proiettati nella vita di provincia di una quindicenne, con le prime domande esistenziali e i primi amori, la comitiva di amici nella piazzetta etc.
Poi si inserisce un atmosfera di tensione con l'apparizione di un adulto che mostra una certa attenzione nei confronti della ragazza. Purtroppo il "finale a sorpresa" dove niente è come sembra è stato già spoilerato dagli articoli che hanno preceduto l'uscita della pellicola nelle sale.

L'INTERVISTA
Al termine dello spettacolo Corchia e Negro ci hanno concesso una breve intervista che verrà montata e caricata nella sezione video.
Si è parlato del fisiologico stress che si sviluppa durante le riprese, magari cinque ore di riprese per un minuto di montaggio, conciliando la disponibilità degli attori con i loro impegni scolastici. Della sinergia tra le parti che si è venuta a creare nonostante la trasposizione da teatro a cinema richieda codici diversi e differenti registri vocali.
L'idea di un lavoro successivo è già in cantiere, va da se che per fare un lungometraggio c'è bisogno di considerevoli fondi, ma questa è un altra storia.

LE CONSIDERAZIONI
Secondo me finchè si parla di uno staff alle prime esperienze è già un successo se la narrazione segue una trama chiara e lineare senza strafare in doppi giochi o narrazioni ingarbugliate alla Cristopher Nolan.

E fin qui ci siamo, poi dal punto di vista della fotografia (a cura di  Emiliano Picciolo) non si discute, anche l'audio risulta ineccepibile, infine i giovani attori tradivano inesperienza, ma oh...si tratta di personaggi giovanissimi, quindi alziamo le mani e plaudiamo l'impegno.

E finalmente siamo arrivati alle critiche. Partiamo dal presupposto che chi scrive è un ignorante dai gusti dozzinali. Però sono più utile dei parenti e degli amici di chi ha realizzato il corto, che ovviamente diranno:" bravi bravissimi evviva!!!" a priori.
Innanzitutto a me il genere proprio non mi piace, Negro ha voluto scrivere ispirandosi alla gioventù degli anni 70, capace di fare scelte coraggiose, discostandosi dagli attuali Muccino e Moccia...solo che la prima scena del film sono i due giovani innamorati che vagano su una vespa nella campagna salentina...bahm, Moccia, anche coi migliori presupposti credo che questo genere sia sputtanato dai filmettini sdolcinati fatti da adulti nostalgici per teenagers stereotipati. Colpa della regia nel riportare la sceneggiatura? colpa della terribile eredità che ci portiamo dietro in Italia?

---------------------------------------ATTENZIONE SPOILER------------------------------------------
La ragazza alla fine riceve dallo sconosciuto una proposta di provino a Roma per un film, ma lei, controtendenza, preferisce restare nel paesino a viversi la propria infanzia e innocenza spensierata invece di crescere in fretta nello smaliziato mondo dello showbusiness...e questo non è male.
Però, forse perchè il finale, con un pò di sforzo, si riesce a intuire a metà film, forse perchè il lieto fine trasmette il messaggio meno di un eventuale "OK, fanculo questo paesino di merda, me ne vado a tentare la fortuna e la fama".
Insomma manca un pò di mordente.
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In conclusione, a me piaceva di più l'atmosfera che si respirava nei lavori precedenti, si, un pò incasinate le trame, però sono contro le storie che devono per forza contenere una morale o un messaggio, e ovviamente sono contro qualsiasi rappresentazione affettiva...per la prossima volta chiediamo panem et circenses, violenza, intimidazioni, sangue a galloni, sevizie, umiliazioni, cinismo e poi ovviamente tette e culi come se non ci fosse un domani.

Forza ragazzi, fateci sognare, la curva si innamora e la lira si impenna!

Giovedì 27 dicembre verrà riproposto all'interno delle "Mostra del cortometraggio" presso il salone polifunzionale della Parrocchia di San Lazzaro a Gallipoli,
quindi andatelo a vedere e fatemi sapere cosa ne pensa il pubblico (però precisate se siete maschi o femmine e la vostra età...senò la statistica si va a far benedire)

 

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