Siae e diritto d'autore, facciamo chiarezza
Soundreef, Siae e Fedez, uno spiegone lungo e necessario
di Andrea Fiorito
Uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi mesi è quello del diritto d’autore e della Siae. Grazie a recenti fatti di politica europea il tema della gestione dei diritti è finalmente arrivato al grande pubblico, ma come spesso succede quando si affrontano temi complessi è facile fare confusione e finire col dire: "Siae deve fallire!".
Quello che Pil proverà a fare sarà chiarire alcuni punti in merito alla legislazione italiana, spiegare chi fa cosa e in che modo, facendo una necessaria distinzione tra diritto d‘autore e raccolta delle royalties.
Cos’è il diritto d’autore?
Il diritto d’autore si origina, incondizionatamente, durante l’atto creativo stesso e non è vincolato ad alcun tipo di registrazione dell'opera o dell'autore. In Italia è disciplinato prevalentemente dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e dal Titolo IX del Libro Quinto del codice civile.
Nella tutela rientrano tutte le opere dell'ingegno aventi carattere creativo, qualunque sia il modo o la forma di espressione. Questo significa che ogni volta che create un’opera nelle forme indicate dalla legge (audio, scritta, visuale o altro), avete automaticamente il diritto morale su quell’opera. Senza bisogno di alcuna registrazione presso qualche ente diventate i titolari intellettuali, fino a prova contraria, dell’opera.
Questo diritto è inalienabile, non potete in alcun modo venderlo, ma potete cederne il suo sfruttamento economico (regolamentato a parte).
Art. 8 della l. 633/41 "... Valgono come nome lo pseudonimo, il nome d'arte, la sigla o il segno convenzionale, che siano notoriamente conosciuti come equivalenti al nome vero".
In definitiva il problema non è il diritto d’autore. Anche ammettendo che la legge possa essere datata, offre all’autore il massimo della tutela.
Link utile: pagina wiki su diritto d’autore in Italia.
Cosa sono le royalties?
Con royalty si indica il diritto del titolare di un brevetto o una proprietà intellettuale ad ottenere il versamento di una somma di denaro da parte di chiunque effettui lo sfruttamento di detti beni per fini commerciali e/o di lucro.
Se qualcuno usa le vostre opere deve versare all'autore un corrispettivo in denaro. Chi vigila, raccoglie e distribuisce questo denaro sono le società come Siae e Soundreef.
Proteggere le proprie opere è gratis, utile e a volte necessario.
Registrare la propria opera non è obbligatorio, ma non farlo vi espone al rischio che qualcuno possa rubarne la paternità. Sarebbe quindi necessario, proseguendo per vie legali, fornire una prova della paternità dell’opera e dimostrare che in una certa data, prima di altri, avevate già prodotto quell’opera. Per ottenere questa prova avete bisogno di un ente che ne certifichi l’esistenza in una data precisa. Queste le possibili soluzioni:
- Potete andare da un notaio per un atto di proprietà. Costoso;
- Potete spedirvi, in una busta sigillata, una raccomandata con ricevuta di ritorno con all'interno una copia dell'opera (testo, spartiti, bozze, progetti). Il timbro sulla busta vale come prova databile. Ovviamente è fatto assoluto divieto di aprire la busta;
- Attivate un servizio di posta elettronica certificata (pec), che ha la stessa valenza di una raccomandata, e mandate al vostro stesso indirizzo pec, o a un altro indirizzo pec, una mail con allegata la vostra creazione. La data dell’operazione sarà così certificata;
- Usare i servizi di Copyzero, un'organizzazione italiana, che utilizza la marca temporale qualificata per ottenere una prova di paternità dell’opera con data certa: info su www.costozero.org.
SIAE, compiti, inadempienze e critiche.
La SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) è un ente pubblico a base associativa, preposto alla protezione e all'esercizio dell'intermediazione dei diritti d'autore, e gode storicamente di un monopolio garantito dalla legge italiana. Gli associati Siae sono gli autori e gli editori che pagando la quota associativa annuale godono della sua tutela. Gli associati hanno diritto di voto in assemblea e possono eleggere dei rappresentanti. Nel suo cda in passato si sono seduti anche Verdi e Carducci.
Il compito di Siae è quello della gestione delle concessioni di licenze e autorizzazioni per l’utilizzazione economica di opere tutelate, la percezione dei proventi derivanti da tali licenze e autorizzazioni, e la ripartizione dei proventi tra gli aventi diritto. Siae non protegge il vostro diritto d’autore, se vi rubano un brano in sede legale può fornire un documento che attesti il deposito dell'opera in una certa data.
L’attuale presidente è Filippo Sugar, figlio della cantante Caterina Caselli e del discografico Piero Sugar, proprietari di Sugar Music, etichetta discografica che gestisce grossi artisti del panorama pop come Negramaro, Bocelli, Elisa e altri. Il precedente presidente, Gino Paoli, si è dimesso nel febbraio 2015 per indagini su presunti illeciti nella dichiarazione dei redditi.
Sotto la presidenza Sugar, Siae ha rinnovato il sito web e inaugurato una nuova fase "trasparenza", ha rafforzato la presenza sui social network e si sta impegnando a sostenere svariate iniziative (tra le quali anche essere sponsor al concerto del Primo Maggio a Roma). Rispetto alla totale immobilità del passato è già qualcosa.
Link utile: sito ufficiale SIAE
Cosa viene contestato a Siae?
- I conti in rosso: Siae versa da molti anni in uno stato di grave dissesto finanziario. Parte di questi buchi sono da attribuirsi a cause legali avviate dagli iscritti nei suoi confronti, alti compensi a cariche dirigenziali e svariate assunzioni a carattere familiare. In passato Siae ha investito e poi bruciato 40milioni di euro, derivati da royalties non distribuite, in azioni della LemanBrothers. Nel 2011 Siae è stata commissariata per fare fronte al dissesto;
- La gestione e ripartizione delle royalties: la più grossa critica al sistema Siae è quella di una mancanza di trasparenza sulla raccolta, gestione e ridistribuzione delle royalties. Attualmente Siae non dispone di un metodo analitico di controllo dei dati, non possiede un sistema informatico moderno, e non consente, se non in rari casi la gestione delle pratiche attraverso il web. I criteri di ripartizione del diritto d’autore maturato si basano prevalentemente su un sistema chiamato "a campione". ll 65% degli artisti registrati a Siae percepisce in ripartizione dei diritti a fine anno meno di quanto versa all'ente per la quota di iscrizione.
Come funziona il sistema a campione?
Dal regolamento Siae si evince come il metodo di rilevamento "a campione" venga usato nelle discoteche e nei concertini. I "concertini" sono spettacoli di musica dal vivo ospitati da strutture che non fanno della musica o dello spettacolo la loro attività principale. In questa categoria rientrano gran parte degli spettacoli di musica dal vivo di band emergenti che solitamente si esibiscono in bar, ristoranti, club, circoli ecc.
Il metodo di rilevamento a campione funziona così: un incaricato Siae, ogni mese e in ogni regione d’Italia, effettua delle registrazioni a campione durante gli eventi in questi luoghi e dai dati ottenuti si elabora una lista e successivamente una media delle canzoni più suonate. I proventi, o le quote Siae pagate dai gestori dei locali per uno spettacolo nella loro struttura verranno così ripartite tra gli autori dei brani che rientrano in quella media precedentemente calcolata.
Va da se che, se una band emergente suona i suoi brani iscritti regolarmente a Siae, ma li stessi non rientrano nel campione, oppure non rientrano nella media dei brani più suonati in Italia, la quota in denaro che il gestore del locale decurtata dal loro cachet per pagare Siae andrà nelle tasche di qualcun altro. L'accusa fatta a Siae è che gli incassi vengano in questo modo ripartiti tra i big della musica italiana perché si presuppone siano i più suonati.
Per eventi teatrali, televisivi e veri e propri concerti, una piccola porzioni rispetto alla totalità degli iscritti Siae, viene invece usato un metodo analitico di registrazione e divisone dei compensi.
La direttiva europea 2014/26/UE (cosiddetta Barnier)
La direttiva Barnier, dal nome del suo creatore Michael Barnier, è una diretta del Parlamento europeo e del Consiglio sul tema "della gestione collettiva dei diritti d'autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l'uso online nel mercato interno".
Cos'è un direttiva europea? Una direttiva europea "… vincola lo stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salvo restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi".
Una direttiva deve essere recepita, ovvero uno stato deve adottare misure di portata nazionale che consentono di conformarsi ai risultati previsti dalla stessa con l’obiettivo di armonizzare le normative degli Stati membri dell’unione.
Link al testo integrale della direttiva 2014/26/UE. I punti chiave della direttiva sono diversi, ecco alcuni dei più interessanti:
Cap. 5 Paragrafo 2: "I titolari dei diritti hanno il diritto di autorizzare un organismo di gestione collettiva di loro scelta a gestire i diritti, le categorie di diritti o i tipi di opere e altri materiali protetti di loro scelta, per i territori di loro scelta, indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti. A meno che non abbia ragioni oggettivamente giustificate per rifiutare la gestione, l’organismo di gestione collettiva è obbligato a gestire tali diritti, categorie di diritti o tipi di opere e altri materiali protetti, purché la gestione degli stessi rientri nel suo ambito di attività."
Paragrafo 4: "I titolari dei diritti hanno il diritto di ritirare l’autorizzazione di gestire diritti, categorie di diritti o tipi di opere e altri materiali protetti da loro concessa a un organismo di gestione collettiva…".
Paragrafo 6: "Un organismo di gestione collettiva non restringe l’esercizio dei diritti di cui ai paragrafi 4 e 5 esigendo, quale condizione… che la gestione dei diritti… sia affidata ad altri organismi di gestione collettiva".
La direttiva Barnier introduce degli elementi di novità nella gestione dei diritti, primo tra tutti la libertà di scelta. Queste novità vanno a scontrarsi con il fatto che in Italia Siae sia un monopolio. La direttiva non è stata ad oggi recepita, rischiamo una procedura di infrazione, e durante la conferenza stampa alla vigilia della scadenza per il recepimento il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha dichiarato che non intendeva liberalizzare il mercato, come precedentemente si ipotizzava, ma porterà Siae a un adeguamento del suo modus operandi, perché "in Europa ci invidiano...". Non è ancora chiaro come e quando questo rinnovamento verrà attuato. Per ora siamo solo in grande ritardo rispetto a tutti gli stati membri.
Dopo queste dichiarazioni su twitter è partita una grossa campagna con l’ashtag #franceschiniripensaci che invita il ministro a rivedere la sua posizione e a compiere azioni concrete per un rinnovamento. È partita una campagna di raccolta firme su Change.org (Link campagna) e dopo qualche giorno un gruppo di 300 imprenditori ha scritto una lettera a Renzi e al ministro chiedendo fondamentalmente che il mercato venga aperto. (Link articolo La Repubblica)
Il caso Soundreef
Cosa è Soundreef? Soundreef Ltd è una società costituita nel Regno Unito nel 2011, interamente controllata dalla società Soundreef S.p.a. La società è stata creata dall’italiano Davide Atri e opera in diversi paesi tra cui anche l’Italia, dove non potendo operare direttamente deve farlo attraverso la sede inglese. All'avvio dell'attività Soundreef si era concentrata su una nicchia di mercato che comprendeva musica d'ambiente per locali commerciali e musica dal vivo, successivamente poi si è allargata ad altri tipi di servizi. Obiettivo della società per il futuro sono le riproduzioni on-line. Soundreef in questi mesi è diventata il simbolo della lotta di Davide contro Golia.
Di cosa si occupa Soundreef? Una collecting society si occupa fondamentalmente di raccogliere e ridistribuire le royalities dei suoi associati.
Servizi offerti da Soundreef:
- Radio in store: servizio di raccolta di brani per esercizi commerciali. Potete iscrivervi come autore e quindi guadagnare se la vostra canzone viene trasmessa. Se siete un esercizio commerciale potete acquistare il servizio e trasmettere musica (filo diffusione o altro) e essere liberi da Siae. Ovviamente non dovete però usare anche la normale radio/tv o trasmettere autori associati Siae;
- Musica da vivo: valido solo per band che eseguono brani propri. No dj, no cover band. Gestione del borderò digitalizzato, pagamenti online da parte della struttura ospitante. Valido anche per brani che sono protetti da Siae. Potete da diverso tempo decidere di lasciare a Siae il deposito dei vostri brani e decidere di affidare la raccolta dei diritti a Soundreef;
- Protezione dei brani con attribuzione di paternalità dell’opera;
- Edizioni: servizio per autori, editori, e band che non hanno un contratto di edizione con nessuno. Editore è la società che si occupa della protezione giuridica dell'opera, poiché si occupa di contenziosi legali, di plagi e anche della commercializzazione del prodotto. Una sorta di intermediario tra l’autore e il mercato.
Se decidete di iscrivervi a Soundreef potete decidere di affidare una, o diverse classi di diritti. I punti di forza sui quali Soundreef si gioca tutte le sue carte sono: prezzi competitivi, rendicontazione online analitica delle riproduzioni, profilo online dal quale controllare i propri introiti, aggiornamento royalties a 7 giorni dall’esibizione, pagamenti a 90 giorni, assistenza in caso di reclami da parte di Siae. Dj e tribute/cover band sono escluse dai loro servizi.
Se sono iscritto a Siae posso far gestire a Soundreef le royalties per la musica dal vivo? Assolutamente si anche se il mandato a Siae è un mandato esclusivo. Basterà compilare il modulo "Limitazione di Mandato per Territori e Tipologie di Diritti" scaricabile dal sito di Siae, nel quale si dichiara di volere trasferire quella classe di diritti ad un altra società. Link al modulo Siae.
Link al sito ufficiale di Soudreef
Il caso Fedez
Cronaca: Il 29 aprile 2016 Fedez, con una conferenza stampa rimbalzata su tutti i media, lascia Siae e affida il suo patrimonio editoriale a Soundreef. Dal contratto stipulato con Soudreef si evince che il patrimonio editoriale di Fedez rimarrà con Siae fino al 31 dicembre 2016, successivamente ci sarà effettivamente un cambio di società.
Chiariamo subito che Fedez non è un eroe, i suoi incassi saranno comunque alti non perché una società è migliore dell’altra ma perché come artista vende tanto, ha molti passaggi in radio e fa molti spettacoli dal vivo. L'obiettivo raggiunto è però di notevole importanza, innanzitutto perché la risonanza mediatica è stata altissima, e poi perché grazie all'azione di un artista famoso una grossa fetta di pubblico si è potuta rendere conto di quanto il diritto d'autore in Italia sia un problema reale. La cosa importante non è fare una battaglia ideologica contro Siae o contro il mercato, ma stimolare il dibattito sull’argomento per stimolare l'azione di governo e società di collecting. E ben vengano anche le dichiarazioni di Raffaella Carrà e Elio in merito alla voglia di approfondire l'argomento.
Abbiamo deciso di scrivere questo lungo articolo non per farvi schierare da una o dall'altra parte, ma per fare in modo che gli elementi della discussione siano più chiari. Pil ha nei suoi principi fondanti la difesa della comunità artistica indipendente, una comunità che oggi come in passato è tenuta fuori dai grossi processi decisionali. Oggi, nonostante le lungaggini e i limiti, autori ed editori hanno un pizzico di libertà in più.
Aggiornamento del 29 maggio 2015: Anche Gigi D'Alessio, cantautore napoletano dall'enorme successo, decide di passare a Soundreef. D'Alessio conta 20 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e ha il repertorio più vasto di brani in italia, circa 750 brani. Questo colpo è decisamente più pesante rispetto a quello rappresentato da Fedez. Aspettiamo aggiornamenti.
Non abbiamo ancora affrontato l'argomento delle licenze Creative Commons, ma lo faremo a breve.
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