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MOBY DICK or THE WHALE - H.Melville

Ve lo leggo io e ve lo racconto a modo mio.

Moby Dickaltresì noto col titolo La Balena, è un romanzo del 1851 scritto dallo statunitense Herman Melville, che per inciso è prozio del compositore di musica elettronica Richard Melville Hall, meglio noto con lo pseudonimo di Moby.

Questo libro rientra in quel genere di romanzi di cui tutti hanno sentito parlare e quindi nessuno si è mai andato a leggere, specie etichettandolo come narrativa per ragazzi. 

Andando sulla pagina di Wikipedia si può leggere:La trama del libro si può riassumere assai brevemente come il viaggio di una baleniera, il Pequod, comandata dal capitano Achab, a caccia di capodogli e balene, e in particolare della enorme balena bianca (in realtà un capodoglio) che dà il titolo al romanzo.  Tuttavia alle scene di "pesca" si frappongono digressioni di una tale varietà e profondità da avvicinare quest'opera alla letteratura di James Joice.

E personalmente, avendo provato a leggere Joice senza risultati che non fossero buttare il libro nel fuoco, ne sono stato scoraggiato, ma poi ho preso coraggio e per ora mi pare abbastanza fluido.

qui di seguito ho deciso che invece di finire di leggerlo e poi recensirlo, mi appresterò a inserire le citazioni che mi colpiscono man mano che lo leggo, così sarà un pò come se un amico vi raccontasse a parole sue un libro che altrimenti non vi andreste mai a leggere.

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MOBY DICK

(cap. I - XI)


"Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa - non importa quando esattamente -avendo poco o nulla in tasca, e niente in particolare che riuscisse a interessarmi a terra, pensai di andarmene un po' per mare, e vedere la parte equorea del mondo.
Quando l'ipocondrio riesce a dominarmi tanto, che solo un robusto principio morale può impedirmi di uscire deciso per strada e mettermi metodicamente a gettare in terra il cappello alla gente, allora mi rendo conto che è tempo di mettermi in mare al più presto: Questo è il mio surrogato della pistola e della. pallottola. Con un gran gesto filosofico Catone si butta sulla spada: io zitto zitto m'imbarco. E non c'è niente di strano. Se soltanto lo sapessero, prima o poi quasi tutti nutrono, ciascuno a suo modo, su per giù gli stessi miei sentimenti per l'oceano."

non è sua intenzione imbarcarsi come ufficiale e come cuoco

"pure, insomma, arrostire polli non mi ha mai attirato; per quanto, una volta che il pollo sia arrostito, giudiziosamente imburrato e magistralmente salato e pepato, non c'è nessuno che possa parlare di un pollo arrosto con più rispetto, per non dire riverenza, di me."

"Ancora, io m'imbarco sempre da marinaio perché si fanno un dovere di pagarmi per il disturbo, mentre, che io sappia, non danno mai un soldo ai passeggeri. Al contrario, i passeggeri devono pagare loro. E c'è proprio una gran differenza tra pagare ed essere pagati."

" Essere pagati, che c'è di eguale al mondo? La premura affabile con cui un uomo riceve del denaro è davvero sorprendente se si pensa che noi crediamo così profondamente che il denaro è la radice di tutti i mali terreni, e che per nulla al mondo un uomo danaroso può entrare in cielo. Ah con che allegria ci consegniamo alla perdizione!"

quindi si reca in una locanda del porto, piuttosto fetida
ed essendo senza quattrini mi diverte la sua reazione riguardo alla cena

"Non c'erano che due lugubri candelacce di sego, ognuna avvolta nel suo sudario. Altro non c'era da fare che abbottonarsi i giubbotti, e portarsi alla bocca tazze di tè bollente con le dita semicongelate. Ma il vitto era dei più sostanziosi: non solo carne e patate, ma gnocchi di pasta, buon Dio! gnocchi di pasta per cena! Un giovanotto con un pastrano verde si applicò a questi gnocchi in una maniera tremenda. "

sempre per questioni di portafoglio si trova a dover dividere
il letto con un ramponiere, che si rivela essere un cannibale
venditore di teste ripicciolite.

"afferrò la testa neozelandese che era proprio una roba da vomitare, e la ficcò nel sacco. Infine si tolse il cappello, un cappello nuovo di castoro, e io trattenni un urlo, tanta fu la nuova sorpresa. Non aveva capelli in testa, o quasi, niente altro che un ciuffetto attorcigliato sul davanti. La testa pelata e rossiccia era precisa identica una testa di morto ammuffita. Se non si fosse trovato fra me e la porta, mi sarei buttato fuori più in fretta che non abbia mai buttato giù un pranzo.

Ebbi anzi lo stesso l'idea di calarmi dalla finestra, ma eravamo al secondo piano, all'interno. Non sono un vigliacco, ma non sapevo più assolutamente cosa pensare di quel rosso farabutto mercante di teste umane"

Questo ramponiere, di nome Queequeg, si rivela ben presto essere un individuo
tanto selvaggio nei modi quanto cortese nell'animo, cosa che traspare 
ad esempio durante la colazione del giorno dopo alla locanda.


" Queequeg sedeva in mezzo a loro, e per combinazione si era perfino piazzato a capo tavola, freddo come un pezzo di ghiaccio. Certo, se parliamo di raffinatezza, posso dire poco a suo favore. Il suo più sfegatato ammiratore non avrebbe potuto pienamente giustificare la sua maniera di portami la fiocina a colazione e di usarvela senza tante cerimonie, allungandola sopra la tavola a rischio immediato di parecchie teste, per arraffiarsi le bistecche. Ma questo lo faceva certo con molto distacco, e ognuno sa che a giudizio dei più, fare una cosa con distacco vuol dire farla con educazione. "

e superate le prime perplessità i due finiscono per
diventare decisamente amici e non ci sono più problemi
a dividere il letto o imbarcarsi insieme.


"Stavamo benone, tutti caldi, tanto più che fuori faceva un freddo cane; anche fuori della copertura, a dire la verità, perché nella camera non c'era fuoco. E dico tanto più, perché se si vuole avere davvero un bel caldo in corpo, qualche pezzetto di quest'ultimo dev'essere freddo: ché ogni qualità al mondo è tale solamente per contrasto. Niente esiste in se stesso."

"nessuno può mai avvertire bene la propria identità se non ha gli occhi chiusi; come se il buio fosse davvero l'elemento proprio della nostra essenza, anche se la luce è più congeniale alla nostra parte di fango "

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Qui concludo la prima puntata,
accludendo i disegni dei protagonisti
almeno dal mio punto di vista,
infatti sono donne, perchè a disegnare uomini rudi non mi andava.

 

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