Non è bella ma fa tipo
Di Benito Carrozza
Molti di noi, uomini o donne, prima o poi hanno avuto una cotta per un essere non generalmente riconosciuto come bello. Parliamo di quei soggetti che non sono necessariamente dei roiti senza senso, ma che comunque presentano quelle deformità che li rendono speciali ai nostri occhi e sgradevoli a quelli altrui.
Magari la noti all’uscita da scuola, la gobba del suo naso impera su quello transalpino delle sue compagne. Lei è quella più in disparte che di tanto in tanto accenna un sorriso sommesso, tu sei all’ultimo anno di liceo e ti chiedi come hai fatto a non notarla prima. Avrà appena avuto un incidente stradale che le ha deturpato il viso? E’ una pugile? Che classe fà? Qualcuno mi dia le risposte! Cristo!
Anni di timidezza cronica ti hanno insegnato ad essere uno stalker provetto, a metà tra un agente in borghese ed un pervertito in impermeabile. Così scopri che la sua classe, magicamente, è quella accanto alla tua. E la classe lo sappiamo, non è acqua, ma vodka alla fragola. Pensi di essere stato cieco per anni, di una cecità forse dovuta alle continue masturbazioni causate da pantacollant e cannottierine in palestra. Ma vuoi aprire gli occhi. Con qualche pessimo espediente riesci a fartela presentare, e probabilmente lei ha pure uno di quei nomi di merda che di solito usi per additare prostitute.
Se non sei proprio un incapace diciamo che hai pure buone possibilità di piacerle, considerata la scarsa, se non assente, concorrenza attorno a quel naso e a quel leggero strabismo che la contraddistinguono. Ma questa mancanza di rivali non ti fa pensare che “ci sarà un motivo” ma piuttosto “le persone sono cieche, io ci vedo, vedo distintamente ciò che c’è di speciale in lei, è un privilegio che iddio ha concesso solo a me, il prescelto!”